La parte di progetto relativa all’area esterna merita, a nostro avviso, un’attenzione particolare. L’area del giardino di pertinenza dell’Agorateca, infatti, ha un ruolo cruciale nel processo di apertura alla comunità e nei meccanismi di apprendimento e di consolidamento delle relazioni sociali che si intendono avviare. Il giardino esterno e la serra interna agli ambienti dell’Agorateca svolgono un ruolo di cerniera tra il mondo del sapere prodotto dall’uomo e il patrimonio di conoscenza che è custodito dalla natura. L’Agorateca vuole mettere al centro l’uomo e le sue relazioni, non solo con i suoi simili, partendo dalla cura di sé ( benessere psico-fisico, attività motoria, corretta alimentazione).

 

Oggi, più della metà dell’umanità vive nelle città. Entro il 2050, circa l’80% della popolazione mondiale, che a quella data si stima raggiungerà i 9 miliardi di persone, vivrà in centri urbani sempre più vasti.

Come soddisfare i bisogni alimentari di tali moltitudini?

La produzione di cibo è sempre stata considerata in termini rurali, in relazione a politiche non interconnesse con la pianificazione territoriale urbana, eppure già oggi in tutto il mondo circa 200 milioni di agricoltori urbani forniscono cibo a 700 milioni di cittadini (fonte: Fao). Trattare le questioni legate al cibo nell’ambito urbano implica realizzare una vera e propria governance alimentare in grado di integrare le molteplici funzioni del cibo in rapporto alle caratteristiche dei luoghi e ai processi sociali e produttivi, così come già si sta facendo in molte aree urbane nell’ambito dell’Urban Food Planning.

Negli ultimi anni si è sviluppata una tendenza che intende cambiare il rapporto tra cittadino, città e verde. La coltivazione in aree urbane ha contagiato sempre più strade, abitazioni e palazzi, sostituendo il grigiore contemporaneo con il verde delle piante. In Europa i primi esempi di orti urbani nacquero in Gran Bretagna, nel distretto di Todmorden, dove alcuni cittadini decisero di mettere a disposizione i prodotti dei loro orti per i concittadini meno abbienti (Food to share). A Berlino, un appezzamento abbandonato di 6.000 mq venne trasformato in orto urbano (Nomadisch Grun); a Parigi sono nati i Jardins Partagés (JPs), giardini collettivi, creati e gestiti da associazioni di quartiere in piccoli appezzamenti di terreno messi a disposizioni dal Comune.

Gli orti urbani sono una affermata realtà anche in Italia. Il Ministero dell'Agricoltura, quello della Salute, le Regioni, i comuni e associazioni come Italia Nostra promuovono e sovvenzionano progetti di orti urbani, sia nelle grandi città (Roma, Milano, Torino), che nei piccoli comuni.

Anche le scuole pubbliche partecipano in maniera attiva a questa piccola rivoluzione: i giardini spesso in disuso o con poca manutenzione si trasformano in piccoli orti.

 

L’Istituto comprensivo Tommaso Fiore ha un giardino di pertinenza all’edificio scolastico e una parte di esso costeggia gli spazi destinati ad Agorateca ma versa in stato di abbandono.

La riqualificazione di questi spazi permetterà di dotare la Agorateca di uno spazio all’aperto da destinare a progetti didattico ambientale.